Bandito romano, funge da braccio destro di Montecristo in Italia poichè in debito con lui della vita di un suo aiutante. Misterioso ma romantico, la sua storia viene raccontata in quella che si può considerare una novella autonoma all'interno del romanzo.
Il fabbro, della Scuola Napoletana |
Il bandito fa la sua comparsa a Roma, dove sembra agire da capo indiscusso in periferia, ma assolutamente sottomesso all'autorità papale in città - allora capitale dello stato pontificio. Una piccola parentesi sulla figura:
sembra che Dumas si sia ispirato a Gasparone, un bandito abruzzese;
l'uomo sembra comunque colto e amante della cultura latina: il suo libro
preferito è La guerra gallica di Cesare. Piastrini racconta ad Albert la storia del bandito: Vampa si era da giovane invaghito
della bella Teresa, pastorella che lo aveva ammaliato e sedotto. Quando
il giovane decide di entrare nella banda di Cucumello, bandito della
zona romana, gli viene rapita la ragazza e resa schiava dei piaceri di
tutta la banda; infangato l'onore della donna, Vampa si vede costretto a
renderla quasi una novizia Lucrezia e la uccide per preservarne
l'onore.
Chiede aiuto al Conte, durante un incontro avvenuto di notte al Colosseo, perchè salvi la vita a Peppino, un pastore che ha fornito alla sua banda dei viveri - ma accusato di esserne parte. Al costo di uno dei suoi leggendari diamanti, il signore di Montecristo riesce a rendere salva la vita del malcapitato, guadagnandosi così la fiducia e la lealtà di Luigi Vampa. Subito il romano entra nel piano di Edmond: fa catturare durante la notte dei lumi Albert e lo tiene rinchiuso nelle grotte fuori città. Solamente all'arrivo del Conte verrà liberato - garantendogli così un aggancio per entrare nella società parigina. Verso la fine del romanzo il brigante aiuta di nuovo Montecristo: rapisce Danglars e lo tiene rinchiuso finchè non ha l'ultimo colloquio con Edmond Dantes.
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