lunedì 12 agosto 2013

Benedetto

É il figlio illegittimo di Villefort e della signora Danglars. Il suo arrivo a Parigi fornirà a Montecristo l'espediente per incastrare l'ex procuratore del re, facendolo entrare in società come erede della nobile famiglia italiana dei Cavalcanti.

Autoritratto, di Karl Blechen

Bertuccio si prende cura di lui insieme alla sorella, ma - dice a Montecristo nel corso del racconto riguardo la vendetta contro Villefort - a dispetto del nome non riesce a crescere un ragazzo dalle buone maniere. Lo definisce monello e terribilmente viziato. Racconta ad esempio che da piccolo aveva addirittura rubato una scimmia al vicino Wasilio, difendendo la propria posizione con scuse a dir poco assurde.
Una volta giunto a Parigi, grazie al Conte assume l'identità di Andrea Cavalcanti e organizza insieme al maggiore Cavalcanti una truffa riguardo le proprie origini, fingendosi nobili italiani. Si organizza insieme a Caderousse per svaligiare la casa dell'abate Busoni, ma lo tradisce e lo accoltella a morte, realizzando il primo punto del piano di Edmond. Accusato dell'assassino, Benedetto viene arrestato e portato in prigione, ma pur di uscirne e salvarsi decide di raccontare le proprie origini, che ha saputo grazie a Bertuccio. Aveva infatti incontrato il servitore a casa del Conte, ma non lo aveva riconosciuto finchè questi non gli ha rivolto la parola chiamandolo col suo vero nome. Interrogato presso la corte d'Assise, per il cosiddetto "affaire Benedetto" causa la vergogna di Madame Danglars, ma soprattutto di Villefort, che deciderà per il suicidio. Di lui non si hanno poi più notizie.

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